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PROGRAMMA


È utile sapere che…
-          Prevenire è meglio che curare

“Il più grande condottiero è colui che vince senza combattere”, diceva Sun Tzu nell’Arte della Guerra. E uno dei concetti di base della difesa personale è che la migliore difesa è saper evitare lo scontro. Difendersi, cioè, vuol dire anche e anzitutto essere in grado di prevenire un’aggressione, analizzare l’ambiente e le situazioni, capire e prevedere le mosse di chi ci sta attorno: da una semplice domanda, da un approccio apparentemente innocente potrebbe nascere una violenza. Questo corso aiuta a imparare ad analizzare le situazioni e a spostare l’attenzione da se stessi per concentrarsi sull'evento imprevisto, senza cedere al panico.  

-          Applicabilità ed efficacia

A differenza di un normale corso di allenamenti sportivi, un corso di autodifesa ha due obiettivi principali:
a) essere preparati a qualsiasi attacco;
b) utilizzare le tecniche solo per difesa e mai per offesa.
A tali scopi vengono utilizzate, nell'ampia gamma delle tecniche da combattimento, quelle più applicabili in situazioni reali e più efficaci. In più, diversamente dagli allenamenti sportivi che preparano ad incontri anche molto lunghi, il corso di difesa personale mira ad una preparazione ottimale per affrontare scontri di pochi secondi, con l’obiettivo non di totalizzare punti con tecniche pulite ed eseguite correttamente, ma di sopravvivere e di terminare lo scontro a proprio favore nel minor tempo possibile e senza esclusione di colpi. 
Le tecniche di difesa personale sono molteplici e variegate. Tutte però sono accomunate da un concetto essenziale di base: la ricerca della semplicità di esecuzione e dell’efficacia. È fondamentale che ogni tecnica sia assimilata nella memoria fisica dell’allievo, e venga così eseguita spontaneamente, senza pensarla, ma come se si reagisse per istinto.

-          Attacchi utili

Non esistono tecniche o attacchi in assoluto più efficaci di altri, ma si possono fornire delle linee guida sempre valide:
a) cercare di mantenere l’iniziativa, incalzando l’avversario per non concedergli l’occasione di reagire, e possibilmente attaccandolo;
b) attaccando, puntare alle parti del corpo più esposte e delicate (occhi, naso, genitali);
c) considerare come una possibile arma ogni parte del proprio corpo (soprattutto quelle ossee, come la punta dei gomiti o dei polsi) e praticamente qualsiasi oggetto di cui si disponga al momento.
Alcuni attacchi sono particolarmente utili: i colpi al naso distraggono e fanno guadagnare tempo prezioso per la fuga; i colpi sui genitali, sferrati con calci o ginocchiate, finiscono definitivamente l’avversario; i calci al ginocchio, se sferrati frontalmente poco sopra il ginocchio stesso, possono rompere i legamenti, se laterali, invece, possono provocare la fuoriuscita della rotula, mettendo ko l’avversario.
Particolare attenzione viene riservata nel corso al controllo delle sei leve del corpo: gomiti, collo, ginocchia, anche, polsi e spalle. Si tratta di punti non allenabili e dunque più facilmente demolibili con l’utilizzo delle tecniche giuste, con l’applicazione di punti di pressione, colpi e uso di armi. È invece inutile, o addirittura controproducente, cercare di attaccare parti allenabili del corpo: solo utilizzando le leve, infatti, si è in grado di abbattere anche un avversario più forte fisicamente.

-          Sfruttare la forza dell’avversario

Un’altra possibile forma di attacco, che ha il vantaggio aggiunto di fiaccare la speranza di un buon esito e dunque di un ulteriore tentativo di aggressione, è la gestione di un contrattacco proprio sull’arto che l’avversario sta utilizzando per colpire: invece di parare o schivare, cioè, si attacca direttamente l’aggressore nel suo stesso attacco, sfruttando la sua stessa forza.
L’idea è quella di utilizzare l’inerzia dell’avversario, aggiungere la propria accelerazione, spostare il suo baricentro. Non si risponde alla forza con la forza, ma si utilizza la forza del ‘nemico’ per neutralizzare la sua azione. Questo principio di base può essere modificato quando mutano le condizioni: ciò fa sì che non ci siano tecniche manualistiche da applicare e imitare pedissequamente. L’allievo è stimolato a far suoi i concetti di base, comprenderli pienamente e saperli applicare, adattandoli alle situazioni. È pertanto esclusa ogni forma di dogma, mentre vengono favorite l’iniziativa personale, la creatività, l’adattabilità e pertanto lo sviluppo di un istinto difensivo individuale in ogni singolo allievo.


Oltre l’autodifesa
-          Ricadute psicologiche delle tecniche

Mens sana in corpore sano, dicevano i latini. E a ragione: sviluppare le proprie potenzialità fisiche, infatti, va di pari passo con lo sviluppo di quelle psichiche. Acquisire le tecniche di difesa, in particolare, accresce la sicurezza in se stessi, l’autostima, oltre ad aiutare a gestire lo stress e qualsiasi tipo di situazione di panico e shock. L’allenamento continuo e mirato cui si è sottoposti durante il corso rafforza psichicamente e fisicamente gli allievi, insegnando loro a controllare l’emotività e temprandone il carattere.

-          Migliorare l’autostima

Credere in se stessi, non avere timori, essere sicuri e sentirsi forti: sono solo alcuni dei risultati a livello mentale che si ottengono frequentando un corso di difesa personale. Mettendo a nudo le potenzialità e anche le criticità del proprio corpo e della propria mente, ci si conosce meglio e più nel profondo, ci si affronta senza fuggire, ci si scopre. Un modo intelligente per lavorare su se stessi e migliorarsi senza paura.

-          Superare le paure

Il peggior nemico dell’uomo è la paura. Paralizza la mente e blocca il corpo, espone a rischi incontrollabili. Quando si ha paura si può arrivare ad avere comportamenti inconcepibili in uno stato di calma. Il coraggio, però, si può allenare come un muscolo. E con le giuste tecniche si arriva a vincere ogni tipo di paura. Un insegnamento che va al di là del concetto di autodifesa: la paura non si elimina, ma si sconfigge. 

-          Team building

Raggiungere la piena consapevolezza della propria persona, delle proprie risorse e delle proprie potenzialità è il primo passo per fare di sé un vincente e per imparare a sfruttare al meglio le proprie capacità. Il lavoro mentale che si compie in un corso di autodifesa può essere speso al meglio, per esempio, nel proprio lavoro e i corsi possono essere sfruttati anche come team building aziendale. Il rispetto reciproco, la capacità di rapportarsi, il sentirsi squadra e mettersi al servizio degli altri per migliorarsi e migliorarli: in un corso di autodifesa il gruppo fa la differenza, e il singolo impara a muoversi nel gruppo, sviluppando abilità che potrà poi sfruttare anche in campo lavorativo. Che sia leader o membro di un team di lavoro, avrà imparato le difficoltà del comando e dell’obbedienza, le virtù della flessibilità e della disponibilità, l’importanza dell’adattabilità e del problem solving.